Archivi del mese: novembre 2009

Tradizioni contadine e cucina genuina nell’agriturismo più alto del Trentino

È considerato l’agriturismo più alto del Trentino, al limitare del bosco, immerso tra i pascoli alle pendici del gruppo montuoso del Lagorai, a 1.700 metri di altitudine. L’Agritur Rincher ha vinto l’edizione 2008 del Campionato di cucina contadina di AgrieTour, il Salone nazionale dell’agriturismo.

RONCEGNO (TN) – È considerato l’agriturismo più alto del Trentino, al limitare del bosco, immerso tra i verdi pascoli alle pendici del gruppo montuoso del Lagorai, a 1.700 metri di altitudine. Dario Zottele, titolare della struttura così amena per essere anche così al passo coi tempi, ha dato un’anima a questo posto dove ci si può riposare, soprattutto d’estate, deliziandosi con le prelibatezze del territorio. L’Agritur Rincher è gestito dalla famiglia Zottele che da anni accoglie i suoi ospiti offrendo loro la semplicità e la ricchezza delle tradizioni contadine, la genuinità dei prodotti tipici e la bontà della cucina trentina. Cucina che si basa sugli stessi prodotti realizzati in azienda con un’agricoltura che sfida il clima e la natura, ma che rispetta le tradizioni contadine di questa terra. Dalla frutta agli ortaggi, passando per le castagne (si trovano solo in questo periodo), fino alle carni e ai formaggi realizzati in azienda solo da ottobre a marzo presso il minicaseificio. L’alpeggio in quota durante i mesi estivi infatti fa produrre alle vacche e alle pecore degli Zottele il miglior latte che viene poi trasportato più a valle per essere trasformato in formaggio, ricotta e tosella (tipico cacio della zona).

Dal momento che la materia prima non manca, anche la cucina vuole le proprie attenzioni all’Agritur Rincher. Ecco allora che la tradizione contadina che prima abbiamo trovato nella stalla (l’agriturismo pratica anche funzione di “fattoria didattica”) si trasforma in piatti nel piccolo e accogliente ristorante interno: 27 posti a tavola all’interno e 15 posti all’esterno per assaggiare i piatti tradizionali della cucina trentina, dagli spätzle ai canederli, per arrivare alle carni dell’azienda cucinate alla griglia. Da non perdere le crostate preparate con le marmellate di casa. Non è un caso che l’agriturismo Rincher abbia vinto la scorsa edizione del Campionato di cucina contadina di AgrieTour, il Salone nazionale dell’agriturismo, con un piatto a base di formaggio.

Agritur Rincher
Loc. Prese, 38050 Roncegno (Tn)
Tel 347 8403522
info@agriturrincher.com

fonte; ITALIAaTAVOLA

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Colombia: cuoco scomparso su nave Mobilitati l’Fbi e l’Interpol

Dalla nave in crociera nel Canale di Panama, giungono via Internet, i messaggi di solidarietà dei passeggeri ai familiari di Angelo Faliva, il cuoco cremonese di 32 anni scomparso da mercoledì sera dalla Coral Princess, sulla quale lavorava come aiuto chef. Forse un incidente, forse un malore che gli ha fatto perdere l’equilibrio e da un ponte è precipitato in mare. Forse una lite con qualcuno degli oltre 900 membri dell’equipaggio. “Siamo molto preoccupati perché siamo ancora all’oscuro su quanto è successo ad Angelo – ha detto all’ANSA Jorge Cadena, vice capitano della Coral Princess, raggiunto telefonicamente sulla nave da crociera – Il giovane è stato visto per l’ultima volta mercoledì sera, ma l’allarme è stato dato giovedì mattina, noi ovviamente non possiamo interrompere la crociera, anche se siamo davvero preoccupati, ma dobbiamo pensare anche ai nostri passeggeri”. Proprio sulla nave (circa 260 metri di lunghezza, oltre 1900 passeggeri,piscine coperte, sauna, sala massaggi, ristoranti aperti 24 ore su 24), sono partite le ricerche di Angelo appena é stata accertata la sua scomparsa. Lo ha reso noto il capitano Mariano Manfuso ai familiari.

“Quando siamo riusciti a metterci in contatto con lui ci ha detto che aveva messo tutto il suo equipaggio alla ricerca di Angelo – ha raccontato il cugino Alberto Faliva che ha lanciato un appello attraverso il cremonese quotidiano.net Il vascello – Il capitano era sconvolto, non sapeva spiegarsi l’accaduto”. Ma è soprattutto con il compagno di cabina di Angelo, Alessandro P., che i familiari vorrebbero parlare. “E’ lui che lo ha visto l’ultima volta uscire dalla cabina alle 20,15 di mercoledì sera – ha detto il cugino – le sue indicazioni potrebbero essere molto utili, potrebbe spiegare, ad esempio, come era vestito e questo potrebbe farci capire dove era diretto”. “Sappiamo che anche l’Fbi vuole sentirlo – ha detto il padre di Angelo, Roberto – ma è chiaro che la determinazione con la quale si muoveranno le autorità italiane sarà decisiva”. Angelo era partito con la crociera della Coral nel canale di Panama (16 giorni, 15 notti da Fortlauderdale in Florida a Los Angeles) il 23 novembre. E’ scomparso mentre la nave navigava da Aruba e Cartagena de Indias (Colombia). Il giorno dopo, dopo raccontano i passeggeri nei messaggi al forum, il capitano ha dato l’annuncio durante il lunch e nella sala è calato il silenzio. L’ aiuto chef italiano, un bel ragazzo alto, muscoloso, moro, lo sguardo sicuro, pare fosse una persona molto popolare, solare, in grado di inserirsi perfettamente in qualunque ambiente e di superare ogni complicazioni. “Non era il tipo da farsi abbattere da delusioni o difficoltà – ha detto ancora il cugino Angelo – Tutt’altro, e se parliamo di questioni amorose era lui caso mai a far soffrire”.

Quindi i familiari continuano a respingere la tesi del suicidio. “Ma figurarsi – continua Alberto – Si era appena comprato la spider dei suoi sogni e non parlava d’altro che dei progetti futuri”. Ne è ancora più convinta la sorella Chiara che da ieri continua a ripetere di un salvagente sparito dalla nave e dal quale sembra sia stato strappato il dispositivo di illuminazione.

fonte; ANSA

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Ristorante Marennà – Sorbo Serpico (AV) –

la stessa direzione dei Feudi di Dan Gregorio non nasconde che quello del loro ristorante Marennà è stato un successo al di là delle aspettative, e l’ascesa che ha portato il locale alla stella Michelin in soli tre anni ne è indicativa. Era tutto partito come un “salottino” per i clienti della cantina, con cucina firmata dalla consulenza di Heinz Beck, a cui è subentrato l’attuale chef Paolo Barrale. Il suo entusiasmo e la sua motivazione gli sono valsi la fiducia della casa madre e sempre maggiore indipendenza: i risultati lo hanno premiato. Paolo ha sviluppato una linea di piatti che sono il prototipo di un’ “alta cucina campana”, fatta di ricette e abbinamenti storici, confronti di materie prime popolari e nobili, tecniche nuove.

Stucchevole, stupefacente, una cucina che resce a combinare gli antichi sapori della terra Irpina con nuovi modi di fare gastronomia, senza mai eccedere, un ottima eleganza sia della presentazione sia dell’ambiente non posso aggiungere altro, altrimenti rischierei di fare della pubblicita’ gratuita, ma con sincerita’ pura se vi trovate da quelle parti andateci! ne vale la pena!

Ristorante Marennà all’interno della cantina dei Feudi di San Gregorio
83050 Sorbo Serpico (AV)
Località Cerza Grossa
Tel. 0825.986666
Fax 0825.986230
Chiuso domenica sera; lunedì e martedì
E-mail: marenna@marenna.it
Sito internet
www.marenna.it

Sito del Gruppo: www.feudi.it

 


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Scende anche il Governo a sostenere Mediterraneans.me

Dopo l’incontro con Il Presidente del Consiglio dei Ministri Italiano On. Silvio Berlusconi, ci sono ottime possibilita’ di un sostegno anche da parte del Governo Italiano all’evento MEDITERRANEANS organizzato in Arabia Saudita, dopo il si del consorzio Parmigiano Reggiano e dell’azienda Bonat di Reggio Emilia l’organizzazione mette a segno altre firme, a giorni si prevede anche  la firma con una nota scuola du Cucina Italiana.

Vi terremo aggiornati!

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Io ci credo!

Quando si discute di Arabia Saudita subito si pensa la petrolio e all’Islam, non è cosi.

Questo Paese sta crescendo a un  ritmo infernale, e sono tanti gli imprenditori locali che stanno investendo nel marchio Italia, aprendo ristoranti Italiani, Il Villaggio,il Gusto, Il Gabbiano, l’Orto,Pane Caldo, Maggiano,Balsamico,Bice,Ciao,l’olivo, Pizza Amore,Portofino, Lallo, e tanti altri ne stanno aprendo, questo vuol dire tanto, e noi Italiani queste cose le dobbiamo capire, valorizzare e sopratutto cogliore il momento propizio, altrimenti non solo perderemmo terreno in campo di vendita e esportazione ma rischieremmo di essere spazzati via.

La visita del Presidente del Consoglio dei Ministri Italiano On. Silvio Berlusconi fa ben sperare e sopratutto dobbiamo noi Italiani locali non lasciarsi a sentimentalismi tipici Italiani, dobbiamo proporree intercedere, e non solo fare strette di mano e complimenti, quelli lasciamoli ai salotti buoni della politica politicante, a noi del politichesi poco interessa, quello che vogliamo e un impegno costante e deciso del Governo Italiani, a far si che i prodotti Italiani vengono valorizzati e sopratutto che si aprino dei canali preferenziali doganali.

Io ci credo in questo Paese, e credo che sia uno dei pochi Paesi che possa dare una piccola ma significante sterzzata all’economia Italiana, i numeri parlono chiaro c’è un aumento annuo del 20% dell’importazione dall’Italia verso l’Arabia.

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China, Piazza Italia chiude

A dozen suppliers owed a total of about 500,000 yuan expect to be paid today by Piazza Italia, which claims to be the biggest Italian food center outside Italy.The piazza at the China Central Place in Dawanglu and near the premium department store Shin Kong Place closed suddenly for “refurbishment” last week.It was once a popular food destination and is owned by the Italian retail chain operator Trading Agro Crai and the Italian government-controlled Simest, a trade promotion group.A businessman surnamed Chen, who supplies vegetables to the piazza, said that a dozen suppliers gathered at the center last Friday after they were told it had suddenly closed.Chen said they asked for outstanding debts to be finalized, but the piazza manager did not show up.”The Italian boss promised they would settle accounts with the suppliers every month. But since July, they have been delaying payments,” said Chen.”The Italians promised they would pay us tomorrow, so we have to wait,” said Chen yesterday, adding that suppliers were prepared to sue if they did not receive their money.A procurement assistant with the pizza center named Li Li said the piazza was unable to continue its business because of gigantic losses.She told the Legal Evening News that her manager was trying to pay suppliers and the employees.The owner of the center was not available to comment yesterday.One of the employees of the piazza said business had been slow for a long time and many employees had not been paid for several months, reported the Legal Evening News.A security guard surnamed Qiao said he was posted at the piazza to ensure that property was not removed from its restaurants and facilities.The property management company, Beijing CCP & FPD Savills Property Services Management Co Ltd, said that the piazza’s owners had paid its management fees.A spokesman with the company surnamed Zhang said: “We know nothing about the piazza’s closure. We heard that it was closed for refurbishment.”In August, when the Bird’s Nest held the Italian Super Cup soccer match, Inter Milan and Lazio held meetings with fans in the piazza.Sun Yufeng, a young employee of the nearby Book Fun store, said business had been slow for a long time.

Da Executive Chef F&B director, cosi Vincenzo Pezzili commenta, ero di Piazza Italia ho lavorato durissimo,mi rammarico solo di una cosa di non essere stato piu duro e piu deciso quando avevo chiesto le dimissioni dell’amministratore al consiglio di amministrazioneed ora questo e’il risultato.In cuor mio non ci sto e faro di tutto per rilanciare l’italianita qui a Pechino ed in cina.Mi astengo da altri commenti per il bene del nostro paese.
Giusto scagionerei simest perche a mio avviso e stata presa in giro ma Crai e i
consulenti legali sarebbero da im……..re.
Peraltro a loro detta sono stato licenziato per essere venuto ad Hong Kong non
autorizzato dall’azienda ( tutto per non pagare severance)vergogna cosa ci avete
con 7 milioni di euro ????? dov’e’ il supporto all’itali e la cucina italiana
alla fine ad Honk Kong ci son venuto a mie spese non con i soldi dell’azienda

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Lanciato il sito Eatalians/Mediterraneans

Ieri è stato lanciato il sito Eatalians!

http://www.wix.com/imieimiti/emanueleesposito

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Giù al Mulino, Locanda contemporanea PONTECAGNANO (SA).

Giu al mulinoSalerno non è Napoli. Qualcuno scandisce questa frase scuotendo la testa, parlando di Salerno come di una città provinciale che offre poco, in confronto al capoluogo. E pensare che da qualche anno, io invece, ho preso l’abitudine di frequentarla per il Natale. O nel fine settimana, quando posso. Le riconosco quel pizzico di cura del dettaglio e di serenità che a Napoli manca. Oltre a una discreta offerta di bar, localini e ristoranti concentrati intorno ad un centro storico vivibile e grazioso che, a mio avviso, libero dalle zavorre di quello napoletano, potrebbe decisamente avere uno sviluppo meritato.Me lo ripeto sempre: “a Salerno, Napoli invidia il tramonto e le è debitrice della Costiera Amalfitana, che vanta come sua”, rappresentando una delle buone ragioni per volare dall’estero in Campania. Se la Costiera, non fosse stata così lontana, molto probabilmente, anche questa rara perla della nostra Italia, sarebbe stata inghiottita dal buco nero della metropoli sovrappopolata. La proteggono, invece, chilometri di coste piene di curve e un muro di roccia costituito dalla catena dei Lattari. Ma Salerno ha anche di più: il Cilento, il Vallo di Diano, la Piana del Sele e i Monti Picentini.
Di recente sono tornata tra le colline e le montagne morbide dei Picentini con vista sul mare, dove negli ultimi anni sono nate cantine, aziende agricole e oleifici di tutto valore, spinta dalla curiosità scoprirne un altro piccolo pezzo.
La famiglia Moscati, la stessa del noto medico Santo, nei secoli scorsi, tra questo comune e altri del salernitano, ha acquistato diverse proprietà.
In un mulino azionato da una piccola cascata, con il lavoro dei coloni, i Moscati hanno molito tonnellate di grano, dalla fine del Settecento fino a tutti gli anni Cinquanta del secolo scorso. Poi un lungo periodo di fermo. “Giù al mulino” le macine si sono fermate e il tempo ha fatto in suo corso.Mentre osservo le foto di famiglia appese alle pareti delle tre stanze (Madame Bovary, Passaggio in India e Oceano Mare), della sua Residenza Contemporanea e gironzolo nel giardino pensile dove un piccolo albero di olive fa sfoggio di olive grandi come prugne, Giuliana Moscati mi racconta questa storia. Mi sento molto vicina a questa giovane figlia degli anni Settanta con la passione per il vino e al suo sogno di “far tornare a girare le macine della famiglia” in questo luogo, mettendo su un piccolo ristorante.
Un sogno reso realtà solo l’estate scorsa dopo due anni di laboriosi lavori di restauro il cui risultato, con l’aiuto di un bravo architetto, è una personale miscela di rustico e minimal chic,  di antico e moderno. Balzano agli occhi, all’ingresso, i divertenti sgabelli color fucsia sui quali ci si può godere un aperitivo con lo sguardo sulla cucina a vista dalle piastrelle in tinte oceaniche, e le sculture – applique che diffondono una piacevole luce soffusa evidenziando, al contempo, le mura in pietra originali. Qui e là una cassapanca e una credenza di casa Moscati in legno massello scuro.Giuliana, giovane sommelier, accoglie gli ospiti e li consiglia nella scelta delle pietanze e del vino con il fare sicuro e attento della ristoratrice consumata. In cucina Clemente Gaeta, docente di Cucina all’alberghiero di Salerno, mostra, senza sbavature l’esperienza di chef maturata nelle cucine di diversi alberghi e di alcune start up di locali della zona.
Il menù chiuso da un nastrino lezioso, anch’esso fucsia, ha appena visto l’inserimento di alcuni elementi autunnali come i porcini e le castagne, e varierà di stagione in stagione.Tra gli antipasti ci sono degli ottimi “Tocchetti di baccalà su passatina di fagioli con sfoglie Cipolla rossa di Tropea” e la “Terrina di gamberi e ricotta al limone biologico di Faiano”.Per il primo, pasta o riso. Assaggio i “Paccheri con ricotta di bufala, radicchio e noci” e, preferendoli alle “Cortecce con zucca, pomodoro secco e Caciocavallo di Acerno”, il “Risotto al gorgonzola con speck e mele annurche”.Quest’ultimo è uno dei cavalli di battaglia della breve storia del locale, mi racconta Giuliana, insieme al “Filetto di maiale con spinaci, Nocciola Tonda di Giffoni e confettura di Pera Pericina” che scelgo per secondo.  Ma non mi faccio mancare neanche un assaggio del “Tortino di baccalà con patate e caciocavallo”.Per il dolce un altro “classico del locale”: la “Scomposta di millefoglie con crema al mascarpone e croccantino caramellato”, incalzato dal dolce di stagione “Morbido di castagna al cioccolato su cialda croccante”.
La carta dei vini è quella di un locale new born: limitata, ma nella sua semplicità incentrata sulle aziende del territorio picentino. Il rallentamento del ritmo lavorativo, durante questa stagione, mi dice Giuliana, le darà il tempo che è mancato prima, per apportargli delle modifiche e per ampliarla. Parola d’ordine: curiosità e piccole aziende di tutta la regione.
Io intanto scelgo tra gli altri, un Aglianico Colli di Salerno Igt di Casa di Baal, azienda di Montecorvino Rovella. Annibale Salerno e Fortunato Sebastiano, il suo enologo, con questa etichetta non tradiscono la mia aspettativa di un Aglianico caldo, piacevole e intenso come desideravo vista la giornata di pioggia. Un vino corpulento senza essere muscoloso, un gentleman salernitano che si concede all’abbinamento e sempre irrestibilmente Aglianico come lo amo io.
Giù al Mulino, infine, specifica il menù, “si beve acqua potabile microfiltrata, eventualmente addizionata di anidride carbonica, dell’acquedotto comunale, proveniente dalle montagne di Acerno”. Ecco un’altra scelta minimal, a basso impatto, come quella dell’alimentazione energetica dell’intera struttura: il fotovoltaico.Si cena con circa 30 euro vino escluso e si soggiorna con 65-80 euro per la doppia, colazione inclusa.

Via Diaz, 66 – 84093
Tel. 089 200240 
329 6114869
www.giualmulino.it
info@giualmulino.it
Apertura: da mercoledì a domenica periodo estivo.
Da venerdì a domenica periodo invernale. Domenica solo pranzo
Ferie, due settimane da metà ottobre
Locanda con stanze

fonte; wineblog

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Le diete yo-yo

Fonte: ANSA

Il continuo tira e molla di rinunce e abbuffate danno dipendenza come le droghe e non aiutano a dimagrire, anzi addirittura potrebbero favorire obesità e disturbi alimentari. Lo dimostra uno studio di due ricercatori italiani, Valentina Sabino e Pietro Cottone, entrambi emigrati in Usa da Palermo dopo essersi laureati in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche all’Università del capoluogo siciliano e ora assunti come docenti alla Boston University.

Pubblicato sulla rivista dell’Accademia Americana delle Scienze ‘PNAS’, il lavoro, su topolini, mostra che queste diete sviluppano nel cervello lo stesso tipo di condizione data dalla tossicodipendenza: quando la persona a dieta a un certo punto si concede uno strappo alla regola e mangia il ‘cibo proibito’, finisce per mangiarne troppo, un comportamento corrispondente a quello del drogato che entra in crisi di astinenza. Nel cervello dei topolini, infatti, cicli di astinenza e di abbuffate con cibi golosi generano gli stessi cambiamenti cerebrali indotti da cicli di astinenza e intossicazione da droghe.Sono tantissimi oggi gli individui cronicamente a dieta che, quindi, alcuni giorni si astengono per poi abbuffarsi nei giorni successivi vanificando i precedenti sforzi, in un circolo vizioso che di fatto non aiuta a dimagrire, anzi, potrebbe peggiorare la situazione. Ebbene, questo studio dimostra che dietro i cicli di digiuno e mangiate eccessive ci sono gli stessi meccanismi cerebrali di dipendenza e astinenza da droghe. I due ricercatori hanno osservato cosa succede nel cervello dei topolini che seguono una dieta yo yo: i topi ricevevano per cinque giorni a settimana il normale cibo da stabulario, per due giorni una dieta zuccherina al sapore di cioccolato.

Dopo settimane i topi sviluppano durante la fase di astinenza da cioccolato una sintomatologia simile a quella di astinenza da droghe, caratterizzata da ansia e volontario rifiuto dei cibi meno golosi. Inoltre mangiano in eccesso quando gli si ridà il cioccolato e lo stress associato all’astinenza si riduce. E’ emerso infine che i sintomi dell’astinenza dal cioccolato seguono all’attivazione del sistema del fattore di liberazione della corticotropina (CRF) nell’area della paura e dell’ansia, l’amigdala, esattamente come avviene nell’astinenza da droghe.

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l’Anadima

n49156343239_7437Un locale in via Pavia. Lo hanno aperto Raffaella Campo, violinista, e suo marito Stefano Todeschini, trattore. In primo luogo lo hanno voluto caldo e accogliente: è suddiviso su due piani, con tante salette, moderno, sfrenatamente eclettico, colorato, composito, sembra che non ci siano due pezzi uguali. Mette tutti a proprio agio e riesce a dare tanta allegria. Per quanto riguarda il progetto di cucina, lo hanno voluto figlio di contaminazioni delle più svariate tecniche, ingredienti e procedure di tanti Paesi, con una particolare attenzione all’Asia Orientale, che ormai è diventata la musa ispiratrice dei ristoranti eclettici. Sia chiaro, contaminazione garbate: la più parte degli ingredienti e delle tecniche sono nostrani, ma questa contaminazioni ci sono e donano ad alcuni piatti un simpatico profumo di nuovo. E quindi troverete, in una lista che cambia spesso, proposte come petto d’oca affumicato con chutney di mango e cacao integrale tostato ma anche tomino piemontese alla griglia con insalatina di misticanza e vinaigrette alla senape; tartare di salmone marinato con panna acida al wasabi ma anche gnocchi di patate con rucola, olive taggiasche e pomodorini. Fra i piatti forti lo spezzatino di spada alle cinque spezie asiatiche e filetto di manzo alla griglia con salsa tzatziki ma anche morbido di piovra in salsa di pomodoro al lauro. Tutti ben progettati ed eseguiti più che correttamente dallo chef, Puran Prekash, che è non a caso indiano. Buoni i dolci e adeguata la proposta dei vini. La sera chiudono molto tardi: bravissimi. Prima di cena c’è l’happy hour, la domenica c’è il brunch e a mezzogiorno si può scegliere da un menu ridotto: un abbondante piattone costa 6/8 euro e si mangia veramente in pochi minuti. ANADIMA Via Pavia 10 Tel. 02.83.21.981. Tipo di ristorante: eclettico. Chiusura settimanale: sabato a pranzo e lunedì sera. La cucina chiude all’1.30 . Coperti 60. I prezzi : Spenderete sui 30 euro, bevande escluse. Coperto e servizio compresi nei prezzi. Carte di credito: tutte.

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